I nostri consigli

Indicazioni pratiche per chi cerca lavoro

Da premettere che una delle principali Differenze tra chi ha successo nella
propria ricerca del lavoro e chi fallisce sembra legata non a fattori Esterni o
Ambientali (come per es. una difficile situazione/momento del mercato del lavoro),
ma principalmente al modo con il quale il diretto interessato effettua la sua
ricerca, cioè a fattori Personali o Interni (in particolare il Senso di
Autoefficacia/Fiducia in Sè, cioè la convinzione di farcela).

Detto questo, l’esperienza, la teoria ed il “buon senso” in tale campo hanno prodotto le Indicazioni
Pratiche qui di seguito elencate per chi è in cerca di nuova (o altra) Occupazione:

1. CERCARE DI DIMENTICARE I TEMPI BREVI: La Ricerca di un posto di lavoro
qualificato richiede mediamente (tranne nel caso della fatidica “raccomandazione”), di questi
tempi in Italia, diversi mesi (se non anni), in base ai vari fattori che vanno dalla Situazione
Economica nazionale alla situazione del Settore Economico e del Luogo specifici, dall’Età di
chi cerca alle sue Capacità professionali, dal Livello di Posizionamento desiderato alla Cultura
del Lavoro locale.

2. LA DURATA DELLA RICERCA È STRETTAMENTE CORRELATA AL TEMPO
DEDICATOLE: Molte delle persone che cercano lavoro (circa 2/3) dedicano meno di 5 ore
settimanali alla loro ricerca (in maniera più o meno Sistematica). Bisognerebbe programmare
almeno 20 ore alla settimana per la ricerca (pertanto “Cercare un lavoro diventa un Lavoro”).

3. NESSUNO CI DEVE UN LAVORO (anche se la nostra Costituzione Italiana lo sancisce
come Diritto): Che si trovi o meno un posto è soltanto affare di ognuno di noi. Pertanto,
bisogna cercare di uscire allo scoperto e andarselo a guadagnare sul campo.

4. PIÙ STRADE SI BATTONO PER RAGGIUNGERE IL NOSTRO OBIETTIVO, PIÙ
AUMENTANO LE NOSTRE PROBABILITÀ DI SUCCESSO: In media chi cerca lavoro si

limita a percorrerne al massimo 2 o 3. Per una ricerca fruttuosa, invece, bisogna percorre
quante più strade possibili, in modo sistematico e con grande impegno (ad es. la rete di
amici/conoscenti, gli annunci sui giornali/internet, le agenzie per il lavoro, i servizi per
l’impiego, ecc.). Più se ne percorrono (quantità, ma fare attenzione anche alla qualità) prima e
meglio si risolverà il problema.

5. BISOGNA ESSERE BEN CONSAPEVOLI DELLE PROPRIE CONOSCENZE (Sapere),
DELLE PROPRIE CAPACITÀ/COMPETENZE (Saper Fare, Saper Essere) E DELLE
PROPRIE ASPIRAZIONI LAVORATIVO-PROFESSIONALI: Per stabilire e raggiungere
meglio l’obiettivo (il posto di lavoro), prima di partire, è consigliabile a chi non ha le idee
chiare una buona Autoanalisi delle proprie Competenze, delle proprie Potenzialità ed
Aspirazioni/Interessi Lavorativo-Professionali (il cosiddetto “Bilancio di Competenze”). Tale
lavoro di Autoanalisi può essere messo “su carta/computer” all’interno di una Tabella
Riepilogativa (una specie di “Portafoglio” aggiornabile delle proprie competenze ed aspirazioni
personali) in modo da permettere il confronto tra le proprie Competenze/Potenzialità possedute
e le proprie Aspirazioni ed interessi Lavorativo-professionali. Tale confronto, può far
emergere eventuali incongruenze/insufficienze in riferimento alle proprie Competenze da
colmare rispetto alle proprie aspirazioni lavorativo-professionali o può far ridefinire/cambiare
le proprie aspirazioni (obiettivi), aiutando così a chiarire meglio l’obiettivo lavorativo-
professionale e la conoscenza di Se. In altre parole, bisogna capire bene se si riesce meglio e/o
si è più portati, ad esempio, con le persone, con le cose o con le informazioni, ecc.. C’è una
grande differenza nella predisposizione di ciascuno per l’una o per l’altra. Il lavoro di
Autoanalisi dovrebbe fare da “Cornice”, ovvero da contesto mentale di riferimento, alla nostra
ricerca del lavoro.

N.B. Per capire ancora meglio, il “Bilancio di Competenze” è l’insieme delle azioni che
consentono agli individui di analizzare le proprie competenze personali e professionali, così come
le loro motivazioni e bisogni, allo scopo di definire un progetto/percorso professionale e/o di
formazione individuale e personalizzato. Il “Bilancio di Competenze” nasce in Francia come
azione finalizzata allo Sviluppo della Professionalità dei Lavoratori (Potenziale) ed è stato
progressivamente esteso/applicato ai Giovani che si preparano all’Ingresso nel Mercato del
Lavoro. Il lavoro di “Bilancio di Competenze” produce principalmente 2 risultati:

a. Un Portafoglio di Competenze o “Curriculum Madre” (cioè una specifica raccolta
aggiornabile di descrizione degli elementi o prove che attestano/dimostrano nel Tempo le
risorse/competenze acquisite e le Potenzialità sviluppate);
b. Un Progetto Lavorativo-Professionale (contenente le ipotesi/Obiettivi di sviluppo
Professionale e/o Formativo decisi dalla persona e le attività da intraprendere per realizzarle ed
il piano di azione).

Da sottolineare che una buona Autoanalisi (e Bilancio di Competenze) richiede un certo tempo
ed, attualmente, è possibile rivolgersi e chiedere un aiuto professionale per il suo svolgimento ai
“Consiglieri per l’Orientamento” dei Servizi per l’Impiego: in genere si tratta di Psicologi
all’interno dei Centri per l’Impiego della propria zona (i cui indirizzi sono a fine pagina).

6. CERCARE DI PENSARE, IN ANTICIPO, CHE COSA CI RENDE DIVERSO DAGLI
ALTRI: E’ importante chiedersi anticipatamente che cosa ci distingue dalla dozzina di altri
candidati che possono fare lo stesso lavoro/professione a cui ambiamo (una volta capito).
Bisogna essere pronti a mettere in risalto le proprie Qualità Distintive e Caratterizzanti al
momento buono, cioè principalmente nella stesura del Curriculum Vitae (e dell’eventuale
Lettera di Presentazione) e nel corso dei Colloqui con il potenziale datore di lavoro (o
selezionatore).

7. CERCARE DI ACCANTONARE IL CONCETTO “QUELLO CHE SI TROVA…”:
Bisognerebbe infatti cercare di puntare dritto e meglio al posto che si vuole veramente
senza così disperdere eccessive energie. Ciò è maggiormente possibile ed è favorito da un
precedente buon lavoro di Autoanalisi.

8. CERCARE DI DARE LA PRECEDENZA ALLE AZIENDE MEDIO-PICCOLE: Il
motivo è molto semplice: un recente studio ha accertato che 2/3 dei nuovi posti di lavoro sono
proprio in società di questo tipo. Tra l’altro in simili contesti, non risulterà particolarmente
difficile individuare e giungere subito alla persona che effettivamente decide (datore di lavoro o
responsabile del personale). Gli strumenti a disposizione di chi cerca lavoro per analizzare e
conoscere il mercato del lavoro locale (e non) ed individuare le aziende locali (in particolare
quelle piccole e medie) sono diversi:
 le Associazioni di Categoria, i Sindacati, le Camere di Commercio, la stampa specialistica e
non (locale), Siti Internet, ecc..

9. SPARGERE LA VOCE: Non possono bastare i nostri occhi e le nostre orecchie per vedere e
sentire tutto ciò che ci serve per una caccia al lavoro sistematica e ben programmata. C’è
bisogno degli altri e di moltiplicare così gli sforzi. Non si tratta di raccomandarsi (anche non è
possibile impedirlo). Si tratta di tener conto della Rete (“network”) delle persone che si
conoscono o che si potrebbero raggiungere per scoprire nuove opportunità di lavoro o acquisire
informazioni utili a riguardo. Una volta che sappiamo con più chiarezza ciò che vogliamo fare
(ma, se preferite, anche prima o durante tale lavoro di autoanalisi) ci si può avvalere degli
“altri” (ad esempio, la rete degli amici, dei conoscenti, dei parenti, dei compagni di
sport/tempo libero, degli operatori pubblici e privati, ecc.) per cercare lavoro. Si avranno
così a disposizione altri “occhi” e altre “orecchie” per scandagliare meglio il nostro territorio di
ricerca. Gli altri a cui si può chiedere aiuto nella ricerca del lavoro “spargendo la voce” si
possono mettere anche “su carta/computer” all’interno di una Tabella Riepilogativa per aver ben
chiaro l’insieme delle risorse o eventualmente individuarne di nuove (una specie di
“Portafoglio” aggiornabile delle propria rete/netword d’aiuto).

Grazie per l’attenzione

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